Il Vallone dei Mulini deve il suo nome
ad un mulino nel suo fondo di cui attualmente sono visibili i ruderi
ricoperti dalla vegetazione non solo erbacea ma anche arborea. Questo
mulino del XV secolo è stato in funzione fino ai primi anni
del ‘900.
Il luogo per la sua bellezza ha attirato artisti di
tutto il mondo che lo hanno visto, fotografato e dipinto, in tutte
le stagioni e da
tutte le angolature. Con esso erano macinati tutti i tipi di grano
necessari alla popolazione sorrentina. Al mulino era annessa anche
una segheria alimentata dalle acque correnti, provenienti dalle colline, e dalle
acque sorgive. Sono, infatti, ancora visibili una serie di grotte nelle
quali erano stati scavati dei pozzi, che fornivano l’acqua ai
sorrentini. Inoltre dalle pareti di queste grotte era estratto anche
il tufo con cui sono state costruite molte case prima dell’avvento
del cemento armato. La segheria forniva segati di qualsiasi spessore
e di qualunque legno, come ciliegio, ulivo e noce, agli ebanisti
sorrentini che, con la produzione di manufatti artigianali ricchi
di un significato
artistico di grande bellezza, hanno creato un’attività che
ancora oggi li fa conoscere in tutto il mondo e che dà lavoro
a molti artigiani.
Accanto al mulino ed alla segheria era annesso
anche un lavatoio pubblico, dove si recavano le
donne del popolo per lavare
i panni.
Il vallone fu abbandonato in poco tempo per un evento determinante:
la costruzione di Piazza Tasso, avvenuta nel 1866. La costruzione
di Piazza Tasso ha isolato il vallone, ha chiuso tutte le vie di
comunicazione
all’uomo ed agli agenti atmosferici.